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Storia

La dedizione e le abilità di un maestro di eccellenza artigiana si trasmettono all’impresa che, oggi, diviene testimonianza attiva sull’evoluzione sociale e tecnica del mestiere d’incisore

Il fondatore

Edoardo è nato a Milano il 10 aprile 1933 da Agostino Negroni di Gragnanino (Piacenza) e Virginia Ravasi di Milano. Ha iniziato il lavoro di incisore a bottega in Porta Romana nel 1948. Diplomato alla sezione orafi della Scuola d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, dal ’53 al ’57 collabora con varie ditte (Incisoria Milano, Johnson Medaglie, Bertoni) e nel 1958 inizia l’attività in proprio alla guida della sua officina artigiana che, per cinquant’anni realizza stampi e attrezzature per la produzione di particolari artistici nella manifattura orafa e argentiera in Italia, Europa, Stati Uniti, America Latina e Medio Oriente.

La grande abilità e attenzione meticolosa ne hanno fatto un maestro di eccellenza artigiana italiana.
Posati da tempo i bulini, Edoardo ripercorre con molta calma il suo cammino tra interessi e passioni coltivati in una vita, dove il lavoro è sempre stato un impegno essenziale. Una prolifica stagione nella pittura a olio, ispirata e guidata dalla stretta amicizia col pittore Alberto Casarotti, è stata accompagnata dalla galleria di lavori di ebanisteria e restauro e dagli ingegnosi progetti di pezzi unici di design quotidiano, tutti rigorosamente autoprodotti. Cura uno splendido giardino e ricorda spesso i paesaggi delle amate Dolomiti. Eppure non può staccarsi da quel legame profondo con gli utensili di una vita e, volente o nolente, gioca ancora un ruolo enciclopedico sull’attività di oggi, portata avanti dalla figlia Eliana.

incisore

Incidere a mano l’acciaio è una abilità particolare. Si usa dire “farsi la mano” o “avere la mano” perché l’abilità dell’incisore a bulino si acquisisce con la ripetizione di gesti misurati, sempre gli stessi, praticati migliaia di volte, in cui si impara a dosare la pressione della mano che, nel caso dell’acciaio, deve combinare sensibilità a fermezza, continuità del movimento a forza e peso precisi. Una concordanza tra delicatezza e sicurezza del gesto, unita alle “furbizie del mestiere” che accompagnano lo spostamento o l’asportazione del metallo nei solchi, a conferire gli effetti plastici voluti.

l’azienda

La manifattura Edoardo Negroni ha origine in un laboratorio tra Città Studi e Ortica, in quella Milano in rapida ripresa del secondo dopoguerra, dove fabbriche e opifici artigianali si integravano nel tessuto urbano.

È l’approccio sperimentale del fondatore a caratterizzare l’operato dell’attrezzeria: precisione nelle realizzazioni e attenzione ai particolari, in una continua tensione al raffinamento delle tecniche, perfino modificandone gli strumenti, alla ricerca della qualità.
Tra i numerosi cassetti e faldoni nell’opificio si rivela il ricco patrimonio di rulli da laminatoio, punzoni e stampi per riprodurre decori e particolari ornamentali, di utensili e i bulini per le rifiniture manuali. Attraverso i suoi manufatti e strumenti, la Edorado Negroni racconta l’arte dell’incisione e rievoca la storia della manifattura artigianale di piccola serie nell’operosa Brianza industriale.

precisione

La precisione nelle realizzazioni è un’attitudine di Edoardo Negroni che ha saputo trasmettere alla sua attività. Nei momenti di confronto sul lavoro ricordava quanto « i centesimi (di millimetro) son piccoli…». Ed era solito mostrare alla figlia Eliana, sin da bambina, quella dimensione infinitesimale sul calibro, ricordandole che un capello misura meno di due centesimi!

la committenza

Lunghe e preziose le collaborazioni della Edoardo Negroni con i suoi committenti, in uno scambio reciproco di idee, per conseguire soluzioni uniche e variazioni all’interno di ripetizioni stilistiche o di maniera. Pur all’interno di decori classici o “di moda”, si ricercavano quelle rifiniture o dettagli che avrebbero reso l’opera diversa da ciò che era già presente sul mercato.

Il saper fare e la capacità di personalizzare le richieste con decori unici è uno dei tratti che più hanno contraddistinto l’opificio, maturando collaborazioni con prestigiose aziende della manifattura orafa e argentiera, tra cui Buccellati, Ganci, Micheletto e Pomellato, con le quali si portava avanti un attento lavoro sui modelli.

Nel tempo, il laboratorio allarga la produzione ai settori della numismatica commemorativa e sacra. E presta le sue abilità artigiane alle piccole produzioni in serie per l’indotto industriale locale, realizzando targhette per i marchi dell’automotive Fiat, Lancia, Iveco, e Autobianchi e per gli elettrodomestici delle Siemens, Phonola, Telefunken, Westinghouse, Cimbali, Philips di allora. Più di recente, ha prodotto applicazioni speciali per la laminazione dei profilati personalizzati per l’occhialeria, collaborando con marchi di alta gamma quali Gucci e Louis Vuitton.

personalizzare

All’insegna della massima specializzazione, le matrici realizzate erano articolate e particolareggiate, per lo sviluppo di quelle porzioni finemente decorate da inserire in prodotti o attrezzature più complesse.
L’esperienza era tale che il lavoro poteva essere commissionato anche per telefono o a partire da piccoli ritagli e schizzi su carta. L’interpretazione era sempre al di sopra delle aspettative.
Da ciò che oggi si definirebbe il “concept” si passava al disegno preparatorio per il modello e al disegno tecnico quotato per impostare la lavorazione. Si procedeva poi alla realizzazione del modello stesso e con esso dei particolari meccanici, personalizzati, che avrebbero costituito l’attrezzatura da montare sul macchinario di produzione (presse, laminatoi).

dalla serie al fuoriserie

È l’espressione che sintetizza il futuro della Edoardo Negroni. L’attrezzeria, cresciuta nell’epoca della metamorfosi delle abilità artigiane e della manifattura industriale dal secondo dopoguerra, ha vissuto la trasformazione sociale e tecnica dell’attività. Se, da un lato, la figlia Eliana Negroni ha saputo far dialogare, a partire dagli anni Novanta, il mestiere tradizionale, meccanico ed artigianale, con le odierne tecniche digitali; dall’altro, il declino dell’operatività dovuta alla trasformazione delle professioni ha posto la stessa Eliana di fronte al compito di tramandare questa cultura materiale.

Attiva nel network internazionale dell’oreficeria artistica e nelle attività dell’AGC (Associazione nazionale sul gioiello contemporaneo), Eliana Negroni rilancia oggi l’attrezzeria come un “serbatoio” dinamico di informazioni e riferimenti pratici, all’interno di un progetto culturale che ne valorizza l’archivio e la cultura d’impresa.

L’attrezzeria Negroni diventa oggi un sistema fruibile a un pubblico di specialisti e appassionati, da riscoprire anche attraverso nuove committenze in piccola serie, o fuori serie esclusive, che incarnano il fascino e la bellezza della manifattura artigianale, tra arte, scultura e meccanica.

cultura materiale

L’attrezzeria Negroni è un viaggio in quegli aspetti visibili e materiali della cultura artigianale dell’Italia della seconda metà del Novecento. I laminatoi e i macchinari tradizionali sono ancora funzionanti a scopo dimostrativo e curati scrupolosamente. Insieme all’archivio, che raccoglie il ricco magazzino di ceselli, calchi e soggetti decorativi, utensili manuali e bulini per le operazioni di alta precisione, raccontano la trasformazione delle tecniche di incisione meccanica per l’oreficeria.

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